“La riforma dell’ordinamento forense all’esame del Parlamento ha l’obiettivo di facilitare l’accesso alla giustizia, ma l’unica cosa certa è che renderà la giustizia doppiamente costosa per il cittadino”. E’ il commento di Adiconsum che sta predisponendo una serie di emendamenti al testo che – sostiene l’Associazione – è condivisibile nello spirito (facilitare al consumatore l’accesso alla giustizia), ma la cui applicazione è macchinosa. L’unico risultato certo è il business a favore degli organismi di conciliazione privati e a scapito dei consumatori.
I motivi? Secondo Adiconsum nel testo viene prevista la conciliazione in forma “obbligatoria”, ma il ricorso a questi organismi di conciliazione non è gratuito, come nella conciliazione obbligatoria nel lavoro o presso i CO.RE.COM., bensì onerosa. “L’accesso alla procedura conciliativa obbligatoria significherà, infatti, per il consumatore mettere in budget alcune centinaia di euro, non solo per l’accesso, ma anche perché la riforma forense prevede che la conciliazione sia svolta esclusivamente con l’assistenza di un legale” si legge nella nota dell’Associazione.
Gli oneri – aggiunge – indipendentemente dal risultato, restano a carico del consumatore. Altri dubbi riguardano le conciliazioni paritetiche e gratuite realizzate dalle Associazioni Consumatori che non vengono equiparate e, quindi, considerate valide ai fini di un eventuale futuro ricorso al giudice.
Tratto da helpconsumatori.it