Antitrust: 52 milioni di euro le sanzioni comminate

pen & book“È nostro dovere operare affinché il mercato si presenti come una casa di vetro: la trasparenza ispira fiducia e garantisce la libertà di scelta dei singoli”. È quanto ha detto il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Antonio Catricalà nell’odierna Relazione annuale presentata a Montecitorio. Ribadendo che l’intervento a tutela dei consumatori è diventato “una priorità dell’Istituto”, il Garante ha evidenziato la crescita delle segnalazioni da parte dei cittadini – circa tremila denunce scritte nel 2008 e quindicimila segnalazioni veicolate dal call center – e una “decisa crescita” della sanzioni comminate in tema di scorrettezze commerciali, pari a oltre 52 milioni di euro. Fra le altre sanzioni erogate dall’Antitrust, ci sono inoltre multe per 28 milioni di euro per procedimenti che riguardano intese restrittive della concorrenza e di 3 milioni di euro per abusi di posizione dominante.

“I cittadini e le associazioni consumeristiche sono i principali promotori dei nostri interventi”, ha detto Catricalà segnalando un “aumento esponenziale” delle quotidiane segnalazioni: “Nel 2008 sono giunte circa tremila denunce scritte, con un incremento pari al 75% rispetto all’anno precedente”. A questo si aggiungono quindicimila segnalazioni al call center, concentrate in gran parte (61%) sul settore delle telecomunicazioni. “Solo per le scorrettezze commerciali – ha detto l’Antitrust – l’importo complessivo delle sanzioni pecuniarie comminate dall’Autorità nel corso del 2008 e nei primi mesi del 2009 ha registrato una decisa crescita rispetto al periodo precedente, superando i cinquantadue milioni di euro”.

Un trend particolare è quello legato all’aumento di “ingannevolezze favorite dal bisogno” e legate a una crisi economica che finisce per produrre, ai danni dei consumatori, “false offerte di lavoro, promozioni di prodotti civetta, finte vendite sottocosto, promesse di vincita alle lotterie, proposte reticenti che alimentano il miraggio di un facile credito al consumo”. C’è, ha proseguito Catricalà, “un incremento delle segnalazioni di pubblicità occulte”, nonché di quelle pratiche che attribuiscono “poteri miracolosi” a cibi, pillole, cosmetici. Un campo nel quale il ruolo dell’Autorità potrebbe andare al di là della censura delle condotte sleali, ha sottolineato il presidente: “Potremmo esercitare anche una funzione di orientamento verso prassi commerciali virtuose nei mercati in cui le scorrettezze risultano più evidenti. Si potrebbe ipotizzare – ha proseguito – l’introduzione nel nostro ordinamento di strumenti di consultazione o verifica preventiva che forniscano certezza ai soggetti interessati con beneficio dell’intero sistema”. E aumentare le sanzioni: “Nello stesso tempo – ha detto l’Antitrust – è necessario potenziare gli strumenti sanzionatori e ampliare il raggio di intervento dell’Antitrust fino alle pratiche commerciali scorrette ai danni delle piccole e medie imprese”. L’Autorità non ha in questo una specifica competenza ma riceve “molte denunce” da piccole e medie imprese e registra “un alto grado di insoddisfazione” nel rapporto con le banche.

E proprio nel settore banche, l’Autorità ha ricordato le “soluzioni onerose” praticate dagli istituti di credito invece della surroga a costo zero per il consumatore: “L’azione repressiva – ha detto Catricalà – ha avuto successo nonostante la sconfitta subita nel primo grado di giudizio: oggi molte delle parti coinvolte nel procedimento negoziano la surroga a titolo gratuito. È nostra speranza che le buone prassi innescate dall’istruttoria non si interrompano per effetto della sentenza del TAR in attesa del verdetto del Consiglio di Stato”. L’Autorità ha ricordato che “stabilità e redditività” delle banche “discendono anche da fattori reputazionali, che oggi sembrano compromessi più che in altri periodi: parte della sfiducia è dovuta alle prassi contrattuali spesso troppo articolate e difficilmente comprensibili da parte dei risparmiatori”. Da qui l’invito a fare “ulteriori passi in avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con timidezza”.

Nella sua relazione l’Antitrust non ha mancato di fare riferimento alla class action, affermando che “potrebbe esserci riconosciuto un ruolo più incisivo nell’istituto della class action che in Italia, per la resistenza di pochi, stenta a trovare giusta considerazione. L’anno scorso avevamo auspicato che il rinvio dell’entrata in vigore della legge introduttiva servisse a migliorarla. La soluzione che oggi si profila – conclude Catricalà – sembra di segno contrario e le associazioni dei consumatori sono rimaste sole nell’affermazione di un principio di civiltà giuridica”.

Soffermandosi sullo stato delle liberalizzazioni in Italia, Catricalà ha sottolineato: “In Parlamento va scoraggiato lo stillicidio di iniziative volte a restaurare gli equilibri del passato, a detrimento dei consumatori”. Il riferimento è al settore delle parafarmacie, delle assicurazioni e della distribuzione gas. In particolare sul fronte delle farmacie, per il presidente Antitrust “l’approvazione di riforme che riportino indietro le lancette dell’orologio ripristinerebbe di fatto il monopolio delle farmacie tradizionali, con la conseguente fuoriuscita dei tanti nuovi operatori”.

Per l’Antitrust – segnalato il rischio di un ritorno al protezionismo e la scarsa concorrenzialità italiana – “occorre vigilare affinché i costi della crisi non siano riversati sui consumatori: il pericolo, latente in tutti i mercati, si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti”.

PDF: La relazione

Tratto da helpconsumatori.it

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