Il referendum del 12 e 13 giugno 2011 abrogò la remunerazione del 7% del capitale investito per il servizio idrico integrato. Ciò avrebbe dovuto comportare l’immediata cancellazione dalle bollette del relativo addebito. In realtà ciò non accadde e da luglio 2011 tutto continuò come se nulla fosse variato.
Ora è il Consiglio di Stato, sollecitato dall’Authority per l’energia, a stabilire che, sino all’entrata in vigore del nuovo regolamento, applicabile dal gennaio 2012, il tasso di remunerazione deve essere restituito agli utenti. Infatti le bollette di quei sei mesi «non sono coerenti» con quanto previsto dal Referendum.
Si è sostanzialmente confermato quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta.
Ora le somme dovranno essere restituite ai cittadini senza compensazioni. L’Autorità ha pertanto scelto il metodo della restituzione diretta: le singole aziende dovranno procedere senza possibilità di conguaglio in bolletta.
Rimane aperta la questione relativa al nuovo regolamento, emanato qualche giorno fà ma avente efficacia retroattiva dal gennaio 2012. Cosa accade per le tariffe applicate dai 3 mila gestori dal 2012? L’Authority dovrà vagliare ognuna di esse e se si verificheranno delle discrepanze le aziende dovranno restituire la differenza, questa volta sì, sotto forma di conguaglio.