Automobili: la riduzione delle emissioni sarà più stringente

Sarà sempre meno la CO2 emessa dalle automobili, secondo le nuove regole appena proposte dalla Commissione europea. Tutti i costruttori di veicoli dovranno adeguarsi, compresi i riottosi tedeschi che chiedevano limiti meno severi per avvantaggiare le cilindrate maggiori.

Così, entro il 2020, le nuove auto dovranno emettere in media 95 grammi di CO2 al km (è appunto una media da calcolare sull’intera offerta di modelli di ciascun marchio); c’è un obiettivo intermedio, pari a 130 grammi nel 2015.

Previste riduzioni anche per i mezzi commerciali leggeri: 175 g/km nel 2017 e 147 nel 2020. Per quanto riguarda le vetture, le emissioni medie si sono attestate a poco più di 135 g/km lo scorso anno, mentre i furgoni erano a 181 g/km nel 2010.

Il commissario per il Clima, Connie Hedegaard, ha dichiarato che con questa proposta «stiamo promuovendo l’innovazione e la competitività dell’industria automobilistica europea».

Tanto da definire “win-win” i limiti alla CO2: tutti escono vincitori, l’ambiente così come l’economia, perché i costruttori dovranno investire di più in ricerca e sviluppo, creando occupazione e migliorando la tecnologia dei veicoli.

Anche se diverse case automobilistiche, soprattutto quelle tedesche come Bmw e Volkswagen, si sono lamentate a più riprese, chiedendo misure più leggere.

Sul fronte opposto c’erano i marchi italiani e francesi, con Fiat e Renault in testa, favorevoli alla linea severa di Bruxelles grazie alla predominanza di vetture di piccola cilindrata nei loro listini. La Commissione ha infine zittito le pretese dell’industria teutonica, ricordando che le nuove auto sono già prossime ai limiti di CO2 stabiliti per il 2015, in anticipo di alcuni anni.

La proposta include dei “super crediti” per le vetture con emissioni particolarmente basse, inferiori a 50 g/km, come quelle elettriche. Un’auto ecologica di questo tipo conterà come 3,5 auto tradizionali nel 2012 e 2013; l’incentivo calerà gradualmente per azzerarsi nel 2016 e si potrà applicare a un massimo di 20.000 unità per ogni costruttore in quattro anni. Bruxelles ha voluto così riaffermare quel principio di “neutralità tecnologica” che dovrebbe guidare il mercato, con l’obiettivo comune di ridurre le emissioni inquinanti.

Nonostante i prevedibili aumenti dei prezzi delle vetture per compensare i maggiori investimenti, la Commissione ritiene che i risparmi di carburante garantiranno un vantaggio agli automobilisti pari a circa 2.000 euro, considerando i 13 anni di vita media di un’automobile. Un guidatore, infatti, potrebbe risparmiare in totale fino a 3.800 euro sul carburante, solo in parte vanificati dal maggior costo iniziale per acquistare un mezzo più efficiente, in grado di rispettare i più stretti limiti sulla CO2.

Rossi contrario: e i paesi terzi?

Per Oreste Rossi, membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo, con la proposta perdono cittadini e industria.

«Una mossa unilaterale che non andrebbe definita win-win, ma lose-lose», ha detto.

Rossi ha motivato l’affermazione spiegando che «l’Europa chiede impegni solo ai suoi Stati, e non ai Paesi terzi che sono tra i maggiori inquinatori al mondo. Ciò sta apportando ben pochi benefici, in termini di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra su scala globale».

«Tra l’altro – ha affermato – la produzione dei nuovi motori più puliti costerà di più, per cui, in assenza di un forte dosaggio di incentivi pubblici, i consumatori non li potranno acquistare. In caso contrario, anche se dovesse esserci un quadro adeguato di incentivi, si tratterebbe di denari prelevati dalle tasche dei cittadini attraverso l’imposizione fiscale».

I benefici in termini di risparmio sulle spese del carburante? «Uno specchietto per le allodole – dice – se rapportati al prezzo d’acquisto del veicolo e al prezzo alla pompa del carburante, destinato ad aumentare proprio a causa del rincaro delle accise, previsto dalla Direttiva comunitaria sull’efficienza energetica».

Tratto da europarlamento24.eu

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