Dalla edizione on-line de L’Arena del 16 ottobre 2010
I quattro attori principali della filiera ortofrutticola, produttori, confezionatori, distributori e consumatori, si sono riniti ieri, nel corso della tavola rotonda organizzata al Centro agroalimentare di Verona, dal Consorzio ortofrutticolo padano, in collaborazione con i quattro mercati ortofrutticoli del territorio veronese, Valeggio, Villafranca, Bussolengo, Pescantina e Sommacampagna-Sona. L’obiettivo dell’incontro è stato mettere a fuoco i segmenti e le criticità, come ha spiegato Fausto Bertaiola, presidente del Cop. «Il prodotto deve essere sempre al centro, con attenzione soprattutto alla valorizzazione del made in Italy e del locale. In un mercato globale estremamente competitivo», ha precisato Bertaiola, «non è possibile porsi in concorrenza solo dal punto di vista del prezzo. Abbiamo tutti da guadagnare da una maggiore tutela dell’unicità e del valore dei prodotti locali, legati al territorio».
Un’attenzione particolare è stata data alla competizione con i player esteri, capaci di mantenere bassi i costi di produzione, non essendo vincolati alla normativa comunitaria. «Si tratta di concorrenza sleale», ha affermato Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti, «La Ue non può fingere di non saperlo. La grande distribuzione, per essere competitiva, offre spesso prodotti di scarsa qualità. Bisogna tornare a puntare sull’eccellenza del prodotto».
Non concorda con questa analisi il rappresentante della Gdo, Marco Varalta, del gruppo Famila. «Dato il grande numero di punti di distribuzione, l’unico modo in cui possiamo essere concorrenziali, oltre al prezzo, è il valore del prodotto. Il cliente è il nostro padrone, se trova la merce di bassa qualità, sceglierà un altro supermercato. I nostri prodotti sono sempre certificati, da ovunque provengano e i controlli sono rigorosi».
È un falso problema, quello della concorrenza sleale dei paesi extraeuropei, anche secondo il rappresentante degli esportatori, Luigi Peviani, presidente di Fruit Imprese. «Qualsiasi attore commerciale voglia agire sul mercato europeo deve rispettare le norme e i controlli sono sempre effettuati sulle merci in entrata». Peviani ha ricordato il forte impulso sul settore ortofrutticolo, nel primo semestre del 2010, con un +25% di ortaggi in quantità, + 10% di frutta e un netto +150% negli agrumi.
Tutti concordi sull’importanza di educare i consumatori all’acquisto di prodotti certificati e legati al territorio, come ha ricordato Davide Cecchinato, segretario generale di Adiconsum Verona, «Si tratta dell’anello debole della filiera. Spesso i consumatori non sono informati sulla provenienza dei prodotti e non ne conoscono la stagionalità. E troppe volte si trovano a pagare prezzi sproporzionati rispetto al valore». Elisa Innocenti.
Articolo tratto dalla edizione on-line de L’Arena del 16 ottobre 2010