I diritti dei consumatori sono tra le priorità dell’agenda dell’Unione Europea che, in questi giorni, sta concentrando le sue forze per arrivare ad una proposta concreta di direttiva comunitaria. Al centro del dibattito c’è l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri. Una piena armonizzazione metterebbe fine alla frammentazione delle regole, porterebbe ad una maggiore chiarezza giuridica e garantirebbe la stessa protezione a tutti i consumatori europei, stimolando così il commercio transfrontaliero. Almeno questo è il pensiero della Commissione Europea che sta proponendo da tempo questa piena armonizzazione. Ma altri soggetti non credono che questa sia la soluzione definitiva, né la migliore.
A cominciare dal Parlamento Europeo che ieri ha incontrato la Commissaria Viviane Reding, cui è stata affidata la responsabilità della normativa comunitaria sui diritti dei consumatori. Secondo la Commissione per il mercato interno e la tutela dei consumatori del Parlamento Ue la piena armonizzazione di tutti i diritti dei consumatori europei significa, in pratica, un livellamento verso il basso di alcuni di questi diritti. E questo è inaccettabile.
Qualche giorno fa Altroconsumo ha mandato alla Commissaria Reding una lettera, in cui veniva espressa la stessa preoccupazione: secondo l’Associazione dei consumatori la totale armonizzazione porterebbe in molti Stati membri all’eliminazione o alla riduzione di importanti diritti per la tutela dei consumatori, in particolare per quanto riguarda le garanzie di conformità e le clausole vessatorie.
Sotto la pressione dei deputati Viviane Reding si è detta pronta ad abbandonare dunque quest’idea, ma ha ribadito che è arrivato, per il legislatore, il tempo di decidere. Reding ha accettato il principio di un’armonizzazione “targettizzata” proposto dai deputati. Questo significa che il grado di armonizzazione dovrebbe dipendere, caso per caso, dai benefici ai consumatori. Si potrebbe distinguere per questo tra le transazioni dirette e quelle a distanza. Per le prime, infatti, è necessaria un’armonizzazione a target, viste le grosse differenze tra le varie leggi nazionali. Per le transazioni a distanza, in primis per gli acquisti in internet, dove la sicurezza e la chiarezza giuridica è fondamentale per i consumatori, sarebbe necessario avere il massimo dell’armonizzazione delle regole.
I deputati hanno poi sottolineato il fatto che la direttiva deve creare un equilibrio tra i benefici dei consumatori e quelli delle aziende e, secondo loro, la proposta della Commissione non va esattamente in questa direzione.
E il Parlamento ha preso un impegno: ad aprile presenterà gli emendamenti al primo capitolo della direttiva, che saranno votati in Plenaria a settembre. E il Parlamento chiederà alla Commissione di elaborare una serie di analisi sul migliore grado di armonizzazione “capitolo per capitolo”.
E in occasione della Giornata del Consumatore, che si è celebrata il 15 marzo in tutta Europa, il Beuc, l’Associazione europea dei consumatori, ha messo l’accento sulle priorità per la futura normativa sui diritti dei consumatori: un efficiente sistema di protezione nel caso in cui i prodotti siano difettosi o non rispondano alle aspettative dell’acquirente; una serie di regole che offrano un’elevata protezione in tutti i tipi di contratti; una maggiore tutela contro le clausole vessatorie; un sistema sicuro per i pagamenti; ulteriori strumenti per i reclami e, infine, una direttiva sulle azioni risarcitorie di classe.
Tratto da helpconsumatori.it