Come si fa a scegliere il dado da brodo giusto? Altroconsumo ha analizzato 16 dadi da brodo, ricetta classica, comprese le novità “brodo pronto” Star e “cuore di brodo” Knorr, controllando la lista degli ingredienti e quantitativo di sodio. La lista degli ingredienti di questi prodotti, infatti, è piuttosto complessa. L’ingrediente principale è sicuramente il sale, che costituisce mediamente il 50% del dado. E poiché un dado pesa circa 11 grammi, quando lo utilizziamo stiamo utilizzando 5,5 grammi di sale. Una porzione di brodo (250 ml) preparata con i dadi classici o i granulari fornisce in media tra il 55 e il 65% del sodio che dovremmo assumere nell’intero arco della giornata. Meglio i prodotti specifici a ridotto contenuto di sale e i nuovi brodi pronti, che ne contengono il 34%. Il dado più salato di tutti è il nuovo “cuore di brodo” Knorr, che fornisce il 68% del sodio raccomandato.
Il secondo ingrediente della lista sono i grassi e/o gli oli vegetali, che possono essere idrogenati o no. Il dado Maggi contiene solo olio extra vergine d’oliva (5%).
La lista degli ingredienti potrebbe continuare con il glutammato monosodico, che viene prodotto a partire dagli scarti della lavorazione dello zucchero ed è un esaltatore di sapidità. Sostanzialmente è un ingrediente aggiunto per mascherare, spesso, una qualità abbastanza scadente, dunque la sua presenza nella lista degli ingredienti non è un buon segnale. Tra i prodotti analizzati da Altroconsumo, quelli senza glutammato sono il dado Coop, il Liebig e i nuovi brodi Star e Knorr.
Nei dadi classici, non vegetali, dovrebbe esserci la carne, che si ottiene a partire dal muscolo del bovino, fatto a pezzi e cotto in acqua. Il brodo viene filtrato, ridotto e sgrassato fino a diventare una pasta di colore brunastro. Per ottenere 1 kg di estratto, sono necessari dai 30 ai 40 kg di carne. Ma nei dadi granulari questo ingrediente manca, mentre è presente nella maggior parte dei cubetti. Tra questi, solo alcuni produttori indicano la percentuale di estratto di carne e si va da un minimo dello 0.5% di Allegri sapori ad un massimo del 6% di Esselunga.
In quasi tutti i dadi, ad eccezione di Star, dado classico a cubetto, si trova l’estratto di lievito che serve a dare sapore.
Per finire, Altroconsumo ha analizzato anche l’impatto ambientale dei dadi: la scatola di cartone con i dadi in cubetto è la soluzione più ecologica, facile da schiacciare, occupa poco spazio e può essere facilmente riciclata. È tuttavia superflua la pellicola di plastica con cui alcuni produttori avvolgono la scatola.
Tratto da helpconsumatori.it