Privatizzazione dell’acqua: continua la mobilitazione. L’articolo 15 del decreto legge sulla gestione dei servizi pubblici sarà discusso e votato alla Camera fra martedì 17 e mercoledì 18 novembre e si moltiplicano le preoccupazioni da parte di chi non condivide il rischio che l’acqua, bene essenziale, finisca in mani private. Fra queste c’è l’associazione CODICI, che denuncia fra l’altro “l’assordante silenzio degli organi di informazione”.
“Le disposizioni in questione – ricorda CODICI – sanciscono che tutte le gestioni in house cesseranno in data 31/12/2011; analogamente accadrà per le società miste, laddove non integrino i requisiti già indicati (ovvero il partner non abbia compiti operativi connessi alla gestione del servizio e non detenga il 40%). Inoltre, gli affidamenti alle società quotate in borsa cesseranno alla scadenza del contratto di servizio qualora i comuni proprietari scenderanno al 40% entro il 30 giugno 2013 e al 30% entro il 31 dicembre 2015″. Il risultato sarà “una spregiudicata privatizzazione di un bene che dovrebbe essere pubblico“, ha commentato il segretario nazionale del CODICI, Ivano Giacomelli. E così, continua l’associazione, società come Acea, Acqualatina, Hera, Enia, Iride, saranno privatizzate, facendo cadere il principio che l’acqua è un bene pubblico ed è privo di interesse economico.
“Quello che ci fa ulteriormente riflettere è l’assordante silenzio che ruota intorno a questa vicenda – denuncia Giacomelli – Gli organi di informazione, la stampa e la televisione hanno dato ben poco spazio alla discussione, al confronto o semplicemente a fornire ai cittadini le informazioni necessarie affinché i consumatori si potessero fare un’idea chiara della situazione. Gli organi mediatici non hanno fornito, oggettivamente, il giusto peso e rilievo alla notizia e alle conseguenze che l’approvazione di un tale decreto porterebbe ai cittadini. E’ necessario che non passi il principio per cui anche un bene primario ed essenziale come l’acqua possa essere facilmente e senza conseguenze assoggettato alle regole del mercato. Per questo invitiamo gli organi televisivi e di informazione a fornire un’adeguata copertura giornalistica alla questione”.
Tratto da helpconsumatori.it
Salve,
c’è un aspetto della battaglia per l’acqua pubblica o privata che finora (spero di sbagliarmi ovviamente) è stato finora quasi completamente ignorato: quello spiegato nell’articolo “Acqua pubblica o privata? All’australiana, grazie!” su http://stop.zona-m.net/it/node/51