Se dovessero entrare in vigore la riforma dell’ordinamento forense e la legge delega 69/2009 i cittadini non potranno più rivolgersi alle associazioni dei consumatori per essere rappresentati gratuitamente e fare valere i propri diritti nei confronti delle aziende, ma saranno costretti a pagare un avvocato e sperare di ottenere giustizia attraverso il processo civile. La conciliazione, il mezzo più veloce ed economico per ottenere giustizia perderebbe, dunque, valore. Associazioni di Consumatori e Aziende, che da 20 anni risolvono con successo le liti in materia di consumo, non ci stanno. “Le nuove disposizioni scoraggeranno i consumatori che, per non pagare l’avvocato e attendere i tempi della giustizia ordinaria, soprattutto per le cause minori, rinunceranno a fare valere i propri diritti. Ne deriverà una negazione della giustizia”. Così Sergio Veroli, presidente di Consumers’ Forum, che oggi ha chiamato aziende e associazioni dei consumatori per esprimere una posizione comune sulle disposizioni in esame. All’incontro parteciperanno anche imprese non associate a Consumers’ Forum che si oppongono ai provvedimenti.
Finora si contano circa 20 protocolli di conciliazione stipulati tra associazioni dei consumatori e le maggiori aziende di tutti i comparti (tlc, assicurativo, energetico, bancario, trasporti, postale), oltre 100 mila conciliazioni concluse con successo, 730 conciliatori formati negli ultimi due anni e mezzo e con una durata media delle controversie di poche settimane.
“Un intervento legislativo che annulla 20 anni di esperienza di conciliazione tra le associazioni dei consumatori e le aziende, assegna quest’attività in monopolio a figure professionali terze, favorendole ingiustamente. Il ricorso agli avvocati affossa il principio dell’autonomia negoziale delle parti e graverà sulla giustizia ordinaria”, conclude Veroli, ricordando che anche l’Antitrust si è espressa contro l’estensione dell’esclusiva alla professione forense.
Tratto da helpconsumatori.it