La borsa delle materie prime varia ogni giorno, siano esse prodotti agricoli o minerari, ma tutto ciò non ha come conseguenza una variazione dei prezzi giornalieri al consumo. A nessuna impresa industriale è consentito variare i prezzi quotidianamente. Fanno eccezione le compagnie petrolifere.
Con questo malcostume realizzano due obiettivi:
1. impedire una reale concorrenza. Nessun consumatore è in grado di sapere ogni giorno qual è la compagnia più conveniente. Le continue variazioni annullano di fatto l’effetto concorrenza;
2. incidere negativamente sull’inflazione. Molti prodotti a valle si adeguano, quindi, alle variazioni in alto dei carburanti, ma non si adeguano allorquando le variazioni sono negative (v. trasporti)
La proposta di Adiconsum è semplice: vincolare le compagnie petrolifere a variare il prezzo alla pompa per un periodo predeterminato (es. 3 mesi). È evidente che ogni compagnia attua la propria variazione per i 3 mesi successivi. Nessuna interferenza, quindi, da parte dello Stato, ma una decisione in autonomia della compagnia.
Una proposta, quella di Adiconsum, che non viola le regole comunitarie, tanto che è già in atto per elettricità e gas.
Per i consumatori avrebbe un grande vantaggio: conoscere la compagnia più conveniente. Inoltre questo meccanismo eviterebbe le consuete speculazioni che si realizzano alla vigilia dei grandi esodi.
Del tutto insignificante, stante l’attuale meccanismo di variazione dei prezzi giornalieri, risulta la decisione del Ministero dello sviluppo economico (inserita nella legge sviluppo) di rilevare giornalmente le variazioni dei carburanti.
Adiconsum sollecita il presidente dell’Antitrust, Catricalà, ad aprire un’inchiesta in merito.
Comunicato stampa Adiconsum