Gli attuali incentivi previsti per la produzione di energia da fonti rinnovabili non hanno sortito i risultati sperati e rischiano di trasformarsi in un nuovo CIP6, con cui, oggi, finanziamo per l’82% le fonti assimilate (combustibili fossili con idrocarburi, combustibili di processo e residui) e appena per il 18% le fonti rinnovabili (eolico, idroelettrico, solare, ecc.).
Le proposte di Adiconsum sono:
1. Necessario rimodulare il sistema di incentivazione alle fonti rinnovabili perché così articolato, ossia senza tetti, il rischio è che il peso degli incentivi sulle bollette elettriche da qui fino al 2020 sarà dell’ordine del 20%, contro l’attuale 6%.
2. Il peso delle incentivazioni va ricondotto al sistema della fiscalità generale e non ripartito in bolletta, dove chi paga è solo il consumatore.
L’attuale incentivazione non tiene conto dello sviluppo tecnologico. La rimodulazione andrà, quindi, tarata anche alla luce di tale sviluppo. Un esempio per tutti è il conto energia per il fotovoltaico che supera i 64 milioni di euro, e nonostante diminuisca nel tempo, non si adegua correttamente al rapido miglioramento delle tecnologie utilizzate, ossia ad una maggiore efficienza e un minor costo dei materiali.